La storia di NICOMAR

Il Barco 480 Italsin

S.G.

Nicola e Marta sono i nipoti del grande Flavio Caleo, il creatore di questo gozzo che, proprio per affermare l'Amore che nutriva per questa barca, ha voluto battezzarla usando i nomi dei nipotini, un ulteriore gesto d'Amore!

Per realizzare il suo gozzo, aveva scelto il cantiere Italsin, storico Cantiere di Marina di Carrara, ormai chiuso da anni, acquistando lo scafo in vetroresina del Barco 480, scafo già ben collaudato e si occupò della realizzazione di tutto il resto scegliendo legni ed essenze di prima qualità: mogano, teak, ulivo... il tutto assemblato con resine epossidiche della West System. La sua non doveva essere una barca qualsiasi, ma doveva essere unica... e per alcuni anni coinvolse familiari ed amici che, ognuno con la propria esperienza, contribuirono alla realizzazione di NICOMAR.

Alessandro, il genero, mi raccontava di alcune fasi della lavorazione, come ad esempio la curvatura del mogano utilizzato per la falchetta, operazione alquanto difficoltosa, ma che venne conclusa felicemente. Il mogano veniva scaldato con acqua calda per facilitarne la curvatura e poi ognuno dei presenti doveva serrare i morsetti per mantenere il mogano "in forma".

Insomma, un racconto avvincente, un susseguirsi di azioni che appartengono al passato ormai dimenticate, azioni tramandate da un Maestro d'Ascia all'altro!

Finalmente arriva il giorno del varo, inutile dire che erano presenti, oltre ai familiari, anche tutti gli amici che avevano in qualche modo partecipato alla realizzazione di questo ambizioso progetto!

Così Nicomar iniziò a solcare le acque del Mar Ligure sfoggiando le sue eleganti linee e la sua robustezza.

Purtroppo il buon Flavio ci ha lasciati prematuramente e il Barco 480 venne tenuto dalle figlie quasi come una reliquia! Nessuno aveva il coraggio di disfarsi di Nicomar, quello era il gozzo del babbo, del nonno, dello zio...

Passano gli anni, circa una quindicina, e Nicomar se ne stava al riparo nel capannone del Bedini, quasi trascurato, anche se ogni tanto veniva controllato, i legni riverniciati... ma il tempo continuava inesorabilmente a lasciare purtroppo dei segni irreversibili e così si arriva alla decisione di venderlo!

E' a questo punto che entro in ballo io... sono sempre stato un estimatore dei gozzi Italsin fino dagli anni '90, in particolare del Barco 480 e, vedendo questo annuncio mi si apre il cuore! Guardo attentamente una foto dopo l'altra, la barca è tenuta bene, anche se la cosa che mi preoccupa maggiormente è tutto quel teak "consumato". Le fibre sono scavate, la gommatura deborda dai comenti, niente di grave... ho già fatto interventi di questo tipo, occorre solo tanta pazienza, precisione e tanto, tanto tempo!

Tutti questi dubbi sono immediatamente svaniti nel momento in cui sono entrato nel capannone del Bedini ed ho potuto ammirarla... Nicomar giaceva sul suo invaso, polverosa, in mezzo a tanti attrezzi abbandonati, ma la sua bellezza non veniva assolutamente offuscata da questi particolari ed io ne sono subito rimasto ammaliato come Ulisse dalle Sirene... La cosa non sfuggì agli occhi di Alessandro e di Paolo, il figlio del Bedini che mi osservavano compiaciuti: ai loro occhi sembravo un bambino che scarta con curioso entusiasmo i regali sotto l'albero di Natale!

Devo essere sincero... quando ho fatto la mia proposta di acquisto, una parte di me sperava che venisse rifiutata, la ragione stava combattendo col cuore! Ma quando il giorno dopo ricevetti la telefonata di Alessandro, non riuscivo più a contenere la mia felicità e... mi sono buttato a capofitto nella stesura di queste pagine; voglio condividere la mia felicità e anche tutti i problemi che seguiranno a questa scelta, insomma... voglio che Nicomar abbia una seconda possibilità e non venga dimenticata!

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